II

RICERCA IMMAGINE: La noyade, Hippolyte Bayard
Il primo autoritratto, il primo nudo maschile e la prima falsa fotografia. Il 18 ottobre 1840 Hippolyte Bayard, spinto dalla rabbia per il mancato riconoscimento del suo ruolo nell’invenzione della fotografia, mette in scena la sua tragica ed eroica morte e manda la stampa all’Accademia di Francia. Bayard si è suicidato, “si è annegato” scrive nella lunga iscrizione riportata sul retro della fotografia, ma il testo è firmato H. B.
La forma ‘positiva’ dell’aggettivo tedesco heimlich (da das Heim, la casa) che in origine significava ‘confortevole’, ‘tranquillo’, ‘familiare’, ‘domestico’, ‘intimo’,… puo’ assumere il significato del suo contrario unheimlich, nel senso di qualcosa di talmente intimo, di talmente nascosto (e dunque segreto), da diventare appunto unheimlich, perturbante. […] Eccoci di fronte a quella sorta di ingenuo teatro melodrammatico, che tutti qualche volta abbiamo frequentato, in cui si immagina la reazione dei superstiti di fronte alla propria perdita e in particolare di fronte a quell’immagine che ora noi stessi stiamo osservando e che dunque diventa un tramite paradossale, ma oggettivo, tra il vivo e il morto.
Stefano Ferrari, Nuovi lineamenti di una psicologia dell’arte. A partire da Freud, CLUEB, 2012, p. 191.
L’aidos, la vergogna, è, insieme, passività e attività, essere guardato e guardare. In questa reciprocità di visione attiva e passiva, l’aidos è qualcosa come l’esperienza di assistere al proprio esser visto e di essere preso a testimone di ciò che si guarda. […] Possiamo allora avanzare una prima, provvisoria definizione della vergogna. Essa è nulla di meno che il sentimento fondamentale dell’esser soggetto, nei due sensi – almeno in apparenza – opposti di questo termine: essere assoggettato ed essere sovrano. Essa è ciò che si produce nell’assoluta concomitanza fra una soggettivazione e una desoggettivazione, fra un perdersi e un possedersi, fra una servitù ed una sovranità.
Giorgio Agamben, Quel che resta di Auschwitz, Bollati Boringhieri, 1998, p. 99.