
FIELD DIARY
Arte, territori e geografie sensibili
Iside Calcagnile, Caterina Gobbi e Irene Cassarini
24 e 25 ottobre 2025
Ex Cartiera di Marzabotto (BO)
Field diary è un progetto espositivo che riunisce i lavori di Iside Calcagnile, Caterina Gobbi e Irene Cassarini. La mostra, presentata da Parsec in occasione di Franco, festival di rigenerazione culturale, riunisce le ricerche di tre artiste che, da differenti prospettive, affrontano l’intersezione tra arte ed ecologia. Il progetto espositivo si inserisce nel contesto dell’Appennino bolognese come riflessione sul paesaggio e sulle sue trasformazioni e, negli spazi dell’Ex Cartiera di Lama di Reno, acquista un significato ancora più specifico, aprendo un dialogo diretto anche con i principi di rigenerazione e circolarità che animano Franco, dove pratiche artistiche ed ecologiche si intrecciano per generare nuovi immaginari condivisi. Il titolo prende in prestito un termine tecnico della cartografia: il field diary è infatti quel quaderno utilizzato nelle discipline geografiche e ambientali per annotare osservazioni raccolte direttamente sul campo. Si tratta di un dispositivo ibrido tra strumento tecnico e racconto soggettivo, all’interno del quale il territorio è assunto come spazio di osservazione, ascolto e attraversamento. In questo senso le opere delle tre artiste, tramite media differenti, restituiscono l’idea di un approccio al paesaggio che diventa laboratorio di sperimentazione, strumento attraverso il quale trasformare la realtà in segno, linea, traccia, in un processo di continuo mutamento.
La mostra intende quindi evocare l’attraversamento della montagna e delle sue cornici di senso come elementi di memoria e al tempo stesso di trasformazione: un diario infatti implica di per sé una certa forma di processualità e soggettività che non è mai una sintesi chiusa. Come in un rilievo geografico, ogni elemento dipende dal punto d’osservazione, dal contatto diretto col suolo e con i suoi elementi strutturali, dalla relazione che si crea con il contesto e da chi lo abita ed è proprio da questa prospettiva che emerge un approccio ecologico alla conoscenza come esperienza incarnata e situata nel mondo. La scelta curatoriale si è quindi indirizzata su artiste che lavorano sull’indagine dello spazio, a contatto con l’ambiente montano e che da questo hanno preso ispirazione per le proprie opere, servendosi, come nel caso di Calcagnile, di alcuni elementi e materiali che contraddistinguono questo ecosistema, anche in un’ottica ecologica di riuso. In apicebianco, la voce, dunque, in cerca della dita e in articolazione n.2 l’artista approfondisce in modi differenti una ricerca che si fonda sullo studio delle ramificazioni degli alberi e sul loro percorso di crescita; mentre in Rapporti di forze si analizzano le strategie messe in atto dall’ecosistema naturale nei confronti delle forze antropiche e del loro controllo come impulsi al cambiamento. Tutta la ricerca di Gobbi ritrova nella montagna il luogo d’elezione – evocata insistentemente con l’uso di materiali come il granito o corde e moschettoni da arrampicata – per ripensare al rapporto tra l’essere umano e l’ambiente naturale che lo circonda: convergenza armonica ci invita a superare la nostra visione antropocentrica del mondo per immaginare un modello culturale in cui pietre, mari, montagne, fiumi, piante e animali possano esistere anche come attori politici. In questa riflessione gioca un ruolo fondamentale anche la complessa stratificazione di relazioni, segni e significati, spesso celati e impercettibili ai sensi, che scaturiscono da ogni luogo. Cassarini si lega al paesaggio con un approccio astratto e filosofico, legato all’immaginazione di mondi non ancora conosciuti dall’essere umano, futuri e futuribili. Dröm unisce musica, visual 3D, luci e una scenografia composta da elementi come fiori, vegetazione, terra e pietre per esplorare lo spazio liminale tra reale e virtuale, ispirandosi alle interconnessioni che abbiamo con l’ambiente e gli ecosistemi che ci circondano. L’artista esplora visivamente e sonoramente temi legati all’ecologia speculativa, costruendo mondi virtuali che mettono insieme paesaggi naturali ed elementi artificiali attraverso una narrazione onirica capace di costruire una dimensione immaginativa e post-antropocentrica.
Le opere in mostra intendono aprire un dialogo diretto con le istanze che muovono il progetto della Nuova Cartiera di Lama di Reno: questo luogo si struttura infatti come un intervento di rigenerazione urbana e paesaggistica che punta a trasformare un’area industriale dismessa – l’ex cartiera Burgo – attraverso un’azione simbolica e concreta di cura del territorio, di restituzione di senso e di spazio alla comunità. Lo spazio, un tempo dedicato alla produzione industriale, diventa così un luogo vivo, aperto, dove la memoria storica si intreccia con nuovi usi e nuovi significati, in una dimensione pubblica, condivisa e sostenibile. La mostra Field diary si inserisce quindi in questo contesto in sintonia con la vocazione del luogo: un’alleanza tra arte ed ecologia che riflette sulle trasformazioni contemporanee del paesaggio, sul valore dell’ascolto e sull’urgenza di immaginare nuovi rapporti tra gli esseri umani e l’ambiente che li ospita.
Ingresso gratuito.
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Iside Calcagnile si forma presso le Accademie di Belle Arti di Bologna e Venezia, sviluppando una prassi ecologica ecosofica fondata sulla relazione di linguaggi eterogenei. La sua ricerca si pone al di là del dualismo essere umano-ambiente, configurando un approccio sistemico alla complessità del reale. Nel 2020 è vincitrice del bando di rigenerazione urbana del Comune di Sasso Marconi, grazie al quale le viene assegnato uno spazio d’arte a Villa Davia, recentemente restaurata, nel Settecentesco Borgo di Colle Ameno. Fonda così Spazio relativo: un progetto di ricerca al cui centro vi è la contaminazione di diverse pratiche artistiche e l’approfondimento dei processi di creazione degli artisti coinvolti.
Caterina Gobbi vive e lavora nelle Alpi italiane. È un’artista visiva, performer e dj la cui ricerca è particolarmente interessata al rapporto, mediato dal suono, tra gli esseri umani e il loro ambiente. Combinando i suoi interessi per l’ecologia, il femminismo e la produzione di musica elettronica, crea strutture sonore immersive che coinvolgono atti partecipativi di ascolto. Si è laureata al Royal College of Art di Londra con un Master of Fine Art nel 2018. Ha esposto in Italia e all’estero presso gallerie e istituzioni come Castello Gamba (Châtillon), Chalton Gallery (Londra), Outpost Gallery (Norwich), Kunstraum Bethanien (Berlino), Palazzo Grassi (Venezia), Galleria Karen Huber (Città del Messico), Lily Robert (Parigi), KINDL (Berlino).
Irene Cassarini è producer musicale, DJ, visual artist e ricercatorə indipendente. Natə a Bologna, vive e lavora tra l’Italia e l’Olanda. Nel corso della sua carriera, ha sviluppato opere audio e video che affrontano tematiche personali, politiche e sociali, esprimendole attraverso l’uso creativo dei dispositivi digitali. Si ispira alle tendenze di Internet, alla cultura queer e all’arte digitale. Con lo pseudonimo di Guenter Raler, Irene ha debuttato in numerosi festival di prestigio e nel 2021, è statə selezionata tra lə dodici partecipanti all’European Female DJ Summit a Copenaghen.